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Mazzarino, Giulio.

Cardinale e uomo politico francese di origine italiana. Figlio di un amministratore dei feudi di Filippo Colonna, siciliano, studiò dapprima a Roma nel collegio dei Gesuiti e nel 1619 si trasferì in Spagna, all'università di Alcalá e poi di Madrid. Richiamato a Roma nel 1621, vi si laureò in Diritto l'anno seguente ed entrò come ufficiale nel reggimento dei Colonna, svolgendo anche diverse missioni diplomatiche per la Santa Sede in Valtellina, a Milano e a Ferrara (1623-26). Per conto del papa Urbano VIII, nel 1631 negoziò il Trattato di Cherasco per la risoluzione della seconda guerra del Monferrato e nel 1632 quello di Torino tra la Francia e la Savoia. Nello stesso anno prese gli ordini minori, ricevendo quindi due benefici canonicali a Roma (San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore). Al servizio del cardinale Barberini, fu vicelegato pontificio ad Avignone e nunzio straordinario a Parigi dal 1634 al 1636. Guadagnatosi in tale occasione la stima di Richelieu e di Luigi XIII, si stabilì in Francia nel 1638 e l'anno seguente ottenne la cittadinanza francese. Nel 1641, nominato cardinale da Richelieu, ne divenne stretto collaboratore e poi successore; divenuto primo ministro dopo la morte di Richelieu (dicembre 1642) e di Luigi XIII (maggio 1643), rimase l'incontrastato dominatore della politica francese sino a quando l'erede al trono Luigi XIV non raggiunse la maggiore età. Membro del Consiglio di reggenza e principale ministro della reggente Anna d'Austria, sulla quale esercitò una forte influenza, M. proseguì, pur con metodi in parte differenti, la politica del predecessore Richelieu, tesa a consolidare in campo internazionale il prestigio della Monarchia francese e a mantenere la pace sociale all'interno del Paese. Nei primi anni del suo governo dovette affrontare il problema della partecipazione francese alla guerra dei Trent'anni; per far fronte alle ingenti spese belliche aumentò la pressione fiscale, manovra che suscitò la reazione del popolo minuto e della piccola borghesia e che fu all'origine del movimento della Fronda. Grazie ad alcune importanti vittorie, tuttavia, la Francia poté giungere alla conclusione della Pace di Vestfalia (1648), che le assicurò il possesso dell'Alsazia e soprattutto una posizione di netto predominio sulle altre potenze europee. In particolare, M. favorì il processo di disgregazione dell'Impero asburgico appoggiando le mire indipendentistiche dei principi tedeschi ed allontanando quindi il pericolo di un'unificazione delle regioni centrali dell'Europa sotto Ferdinando II, che avrebbe costituito un grosso ostacolo per l'affermazione del potere francese. In politica interna, accentuò il processo accentratore dell'autorità monarchica iniziato da Richelieu, provocando il malcontento della nobiltà che si vide privata di gran parte del potere; inoltre, la grave situazione finanziaria del Paese, dovuta anche all'ambiziosa politica estera di M., generò un diffuso malcontento che negli anni 1648-53 sfociò nelle rivolte della Fronda (V.). I ribelli riuscirono ad ottenere infatti l'appoggio popolare e a scacciare da Parigi M. e la corte. Il ministro, tuttavia, ancora una volta riuscì ad avere ragione dei rivoltosi, il cui movimento d'altra parte era privo di una base ideologica e indebolito da attriti interni. A partire dal 1653, quindi, M. iniziò una rigida politica di restaurazione del potere regio, grazie anche all'impegno di collaboratori quali Le Tellier, Fouquet, Servien, Lionne, mentre in materia religiosa perseguitò i giansenisti (colpevoli di aver appoggiato la rivolta della Fronda), tentando senza successo di imporre il formulario di fede che conteneva la condanna delle Cinque Tesi di Giansenio. Il conflitto tra Francia e Spagna, che non era ancora giunto ad una risoluzione diplomatica, fu definitivamente chiuso con il Trattato dei Pirenei (1659), dopo la decisiva vittoria francese delle Dune e la capitolazione di Dunkerque (giugno 1658): la Francia ottenne il possesso del Rossiglione, dell'Artois, del versante Nord della Cerdaña, ma la vittoria francese significò soprattutto un drastico ridimensionamento della potenza spagnola. Una clausola del Trattato, inoltre, prevedeva il matrimonio di Luigi XIV con l'infanta di Spagna Maria Teresa, che venne celebrato nel 1660 e che doveva, secondo i progetti di M., favorire la creazione di un unico, vasto impero francese. Nonostante molti problemi restassero ancora aperti, alla morte di M. la Francia risultò un Paese pacificato e stabile, e sulla scena internazionale arbitro dell'equilibrio europeo. M. fu anche generoso mecenate e collezionista; creò una propria biblioteca (V. MAZZARINA, BIBLIOTECA), che arricchì di statue e dipinti. Favorì l'attività artistica, inaugurando l'Accademia reale di pittura e scultura (Pescina, L'Aquila 1602 - Vincennes, Parigi 1661).